Caso clinico del Dr. Ricucci per risolvere un diastema: l’utilità delle punte soniche e reciprocanti
Un diastema è spesso causa di disagio, in quanto lo spazio vuoto tra denti frontali compromette l’estetica e la percezione che il paziente ha del proprio aspetto “sociale”.
In base ad una diagnosi strettamente individuale, un diastema può avere varie cause e di conseguenza dare adito a soluzioni differenti. La soluzione corretta del caso clinico concreto e contingente è il frutto di un’analisi diagnostica complessiva non solo della bocca, ma anche delle aspettative estetiche e psicologiche del paziente.
In assenza di casistiche ortodontiche o gnatologiche di articolata risoluzione, in molti casi è possibile risolvere il problema diastemico con restauro indiretto tramite faccette o con restauro diretto tramite apposizione di strati di composito in tecnica adesiva.
Colmare lo spazio vuoto del diastema con una ricostruzione diretta alla poltrona in un’unica seduta potrebbe sembrare ad una prima analisi la più immediata, veloce ed economica, ma nella pratica clinica è una vera e propria sfida per l’Odontoiatra.
Costruire in presa diretta la forma finale di un frontale, scegliere il colore che si integra alla perfezione con quello dei denti prossimali e soprattutto soddisfare le aspettative del paziente sono traguardi decisamente impegnativi.
Affinché il composito di ricostruzione mantenga nel tempo un’adesione ottimale è importante posizionarlo su smalto mordenzato e soprattutto lavorare sotto diga, per isolare il campo operatorio dal contatto con la saliva e con i liquidi biologici che influirebbero negativamente sull’adesione.
L’altro aspetto è quello costituito dalla componente manuale del lavoro dell’Odontoiatra, veramente essenziale quando il lavoro avviene a mano libera. Non solo e non tanto durante il momento della stratificazione del composito, ma soprattutto nelle fasi successive alla sua polimerizzazione. Va da sé che solo lavorando sotto sistemi ingrandenti – meglio se al microscopio – è possibile garantire una qualità ottimale di lavorazione.
Il lavoro di sagomatura, ritocco, rifinitura e lucidatura deve infatti avvenire con il massimo del controllo e dell’attenzione.
Restaurare un elemento dentario in diretta con una nuova anatomia, in perfetto equilibrio con quelle degli altri elementi contigui, senza danneggiarli e senza lacerare la diga richiede certamente una provata capacità manuale, ma anche l’utilizzo di strumenti in grado di asportare materiale in condizioni di assoluto controllo visivo ed operativo.
Il video qui sopra, gentilmente messo a disposizione dal Dr. Domenico Ricucci, fa parte del suo canale YouTube DRendo Domenico Ricucci ed illustra le fasi finali di contornatura e sagomatura delle superfici interprossimali dopo un caso di chiusura di diastemi su incisivi superiori.
Gli strumenti scelti dal Dr. Ricucci per tali fasi sono strumenti oscillanti di due tipi:
- Lime diamantate interprossimali ad oscillazione reciproca, per la fase iniziale di asportazione, comunemente conosciute come lime per manipolo tipo EVA
- Punte soniche diamantate a grana fine di shaping interprossimale, per il momento del vero e proprio ritocco di precisione
La scelta del Dr. Ricucci di non impiegare strumenti rotanti nelle fasi più delicate della rifinitura si spiega con il fatto che le punte ad oscillazione reciproca e sonica possiedono una parte operativa unilaterale; in questo modo non provocano asportazioni indesiderate verso i denti prossimali, né possono lacerare la diga quando devono operare sotto di essa a livello cervicale.
Notevole è l’operatività delle punte soniche utilizzate in modalità pennellante e puntuale per asportare materiale con precisione più che millimetrica.
Come è noto le punte soniche sviluppano poco calore, ragion per cui nel video se ne può apprezzare l’impiego anche a secco, quando è necessario vedere e controllare l’asportazione senza il disturbo del liquido di raffreddamento.